FERMO

PICCOLA PRESENTAZIONE DI FERMO


Fermo ha origini che risalgono al periodo villanoviano e piceno testimoniate da significative tracce di ritrovamenti di tombe con relativi corredi funerari che riconducono a quell'epoca. Successivamente, nel 264 a.C., i Romani, conquistando il territorio, fondarono la colonia di Firmum Picenum.

La sommità del colle fu in epoca romana e medievale, il centro della vita politica e religiosa , ed ancora oggi si può ammirare il duomo, monumento religioso principale della città. La Cattedrale edificata sui resti di un tempio romano, conserva i segni che le diverse epoche hanno lasciato.

All'interno sono visibili tracce della basilica paleocristiana di V secolo, con relativo mosaico absidale, diverse stratigrafie architettoniche risalenti a ristrutturazioni subite; esternamente, la stupenda facciata romanico-gotica del 1227, con la sua caratteristica asimmetria. Il motto della città è Firmum firma fides (che, tradotto dal latino, significa Fermo città di ferma fede) seguito da Romanorum Colonia (Colonia dei Romani ); onore guadagnato dalla città grazie alla fedeltà assicurata ai Romani nella prima e nella seconda guerra punica.
Negli anni trenta del milletrecento, la città di Fermo era talmente potente che correva il detto: Quando Fermo vuol fermare, tutta la Marca fa tremare.

Dal duomo scendendo verso il versante settentrionale, si percorre Via del Teatro Antico, strada costruita sull'antico praecintio della cavea del teatro romano fatto erigere da Augusto, di cui oggi rimangono poche ma preziosissime testimonianze. La città è ricca di altri monumenti storici, in Piazza del Popolo, si affacciano i monumenti rappresentativi della vita politica di Fermo: il Palazzo dei Priori, che ospita la Pinacoteca comunale, il Palazzo degli Studi, sede della Biblioteca, l'Arcivescovado e il Palazzo Apostolico.

A poca distanza da Piazza del Popolo da non perdere la visita alle suggestive Cisterne Romane, sorprendente testimonianza di ingegneria idraulica romana e il Teatro dell'Aquila, uno dei più grandi e antichi teatri storici delle Marche, riportato al suo antico splendore dopo un attento restauro conservativo. La visita guidata alla città permette di apprezzare testimonianze architettoniche che riflettono la centralità di Fermo nella storia delle Marche.


Lo stemma di Fermo è uno scudo, diviso in quattro parti: due di esse contengono un'aquila, due una croce.



CORSO CAVOUR


Corso Cavour insieme a corso Cefalonia costituisce l'arteria principale del centro storico; la via è fiancheggiata da palazzi gentilizi taluni dei quali di notevole interesse. Nel medioevo, questa strada era l'unica via carrozzabile e importante della città: era la "via delle botteghe" e dal sedicesimo secolo, si trasforma in sede per gruppi dirigenti e nobiliari i quali, vi edificarono i loro palazzi.

Scendendo da piazza, si incontra la Torre dei Matteucci, unica torre gentilizia conservatasi integra a Fermo.

Il seicentesco palazzo Paccaroni, caratterizzato, nella parte mediana, da un elegante bugnato rustico e da un maestoso portale in legno in stile barocco. Fino agli anni Sessanta ha ospitato la sede della Scuola di Avviamento Commerciale "Fracassetti", poi, dopo l'istituzione delle scuole medie uniche (e lo spostamento della Scuola media Fracassetti nella nuova sede di San Giuliano), il Conservatorio di musica, università fino all'attuale destinazione (Uffici giudiziari).

Di fronte è il monumentale ex convento dei Filippini, oggi sede del Tribunale con l'attigua ex chiesa di S. Filippo, consacrata nel 1607; la facciata, incompiuta, ha un portale barocco in pietra istriana.



PALAZZO MONTI


Il nome deriva dalla nobile famiglia fermana che ne fu proprietaria nel corso dell'Ottocento, di cui l'esponente più illustre fu il conte Domenico Monti. Precedentemente la proprietà apparteneva al padre e a suo zio. Dopo la morte del primo, la dimora fu profondamente trasformata da Domenico, influenzato da tante residenze nobiliari visitate nel corso dei suoi molteplici viaggi nelle città d'Italia, dato che era senatore e patriota. Affida l'incarico all'architetto Giovan Battista Carducci, che in quel tempo era un autorevole figura dell'eclettismo neoclassico marchigiano. Il palazzo restò di proprietà della famiglia Monti fino al 1914.

Venne usufruito ad uso scolastico, poi passò al comune di Fermo per dare spazio ancora all'istruzione: ospitò l'Istituto Statale d'Arte fino al 1997 quando subì profondi danni statici per un intenso sisma umbro – marchigiano, da lì fu abbandonato ad un lento degrado.

Il recupero dello stabile è determinante per continuare a sottolineare la bellezza del Corso dove vi si affacciano i palazzi nobiliari come quinte architetture meravigliose, piene di storia e di arte; ciò non è mancato grazie all'intervento della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, che riporterà palazzo Monti all'antico splendore.
Circondata da questi palazzi: Chiesa di San Filippo con annesso il tribunale, palazzo Paccarone e palazzo Monti, si trova la legatoria, dove anticamente ospitava le stalle. È un laboratorio rustico, semplice dove si respira l'arte, che bene si fonde con la storia circostante.

PALAZZO ROMANI-ADAMI


Il Palazzo Romani Adami si trova nel centro storico di Fermo tra Piazza del Popolo, sede del Governo e Piazzetta, antico fulcro dei quartieri popolari. Il palazzo è rappresentativo del '700 Marchigiano che conserva testimonianze medievali e arredi dei primi del '900. Nella parte retrostante poggia su strutture romane e tipici cunicoli sotterranei di Fermo. Il Palazzo è stato ampliato e costruito nelle sue fattezze settecentesche, su tessuto medievale, dalla famiglia Salvadori di Porto San Giorgio.

Le decorazioni liberty sono state commissionate (nei primi anni del ventesimo secolo) dalla Contessa Amalia Giovannetti moglie del Conte Antonio Romani Adami, avvocato e sindaco di Fermo. La parte monumentale di rappresentanza è composta da una facciata settecentesca con grande portone, androne dove si entrava con le carrozze e i cavalli, scalone, galleria, salotti, salone da ballo, stanze da letto padronali, terrazzo e cortili.
La parte del palazzo settecentesco adibito alla produzione: l'orto tra le mura urbane, la scuderia, il fienile, la legnaia, il lavatoio, le dispense, le cantine del vino, la camera della salata, la camera dell'olio e quella per le mele e le patate ora è adibita a Bed and Breakfast.

PALAZZO MONSIGNANI - SASSATELLI 


Nel 1810, durante il regime napoleonico, vi alloggiò Eugenio Beauharnais, vicerè d'Italia e arcicancelliere dell'Impero francese (il marchese Francesco Luigi Nannerini era Guardia d'Onore del principe Eugenio). Nel 1827 vi dimorò Girolamo Bonaparte ex re di Westfalia.
Il palazzo, oggi sede della Prefettura, è stato restaurato dalla Cassa di Risparmio di Fermo nel periodo 1984/86. Ubicato nel cuore della Città di Fermo, è stato sede di rappresentanza dell’Istituto, ospitando eventi culturali di rilievo.
Palazzo Nannarini, che nel XIX secolo diventerà Monsignani-Sassatelli, è stato progettato nella seconda metà del Settecento dall’architetto Augustoni su commissione del marchese Nannarini. Raffinato ed elegante, nella sua sobrietà, presenta all’interno un ricercato cortile posto su tre livelli, mentre il piano nobile mostra delle interessanti decorazioni parietali.